Gesundheit am Arbeitsplatz – eine Umfrage der Branche Bus der Gewerkschaft des Verkehrspersonals SEV
Perché una nuova indagine
Nel 2010, i membri del comitato del settore bus del sindacato SEV avevano lanciato un allarme dopo aver constatato come le questioni inerenti alla salute sul posto di lavoro fossero troppo spesso trascurate, per mancanza di tempo e di mezzi.
Hanno quindi lanciato un progetto che aveva l’ambizione di andare oltre i confini di un semplice rilievo dello stato di salute dei conducenti di autobus. Questa indagine ha favorito il lancio di campagne sindacali su temi diversi, come «10 ore bastano!», che punta a migliorare la durata delle giornate lavorative, o «WC e non cespugli» per garantire l’accesso ad un WC. A distanza di otto anni, abbiamo ricavato l’impressione che le problematiche inerenti alla salute sul posto di lavoro abbiano effettivamente fatto registrare progressi. Per verificarne la fondatezza, abbiamo sottoposto alle e ai conducenti di bus lo stesso questionario, in modo da poter paragonare la percezione dei dipendenti dei trasporti pubblici di tutta la Svizzera.
Metodo d’indagine
I questionari sono stati distribuiti nelle varie aziende, ad ogni conducente, tramite le caselle personali nei depositi. Abbiamo inoltre approfittato delle assemblee sindacali per ricordare l’importanza di questa indagine e, durante le stesse, abbiamo dedicato del tempo per permettere ai partecipanti di rispondere alle domande.
Il questionario affronta quattro temi principali:
- Salute
- Difficoltà sul lavoro
- Ergonomia
- Ambiente sul lavoro
Il questionario contempla domande sui singoli temi. Le rispettive risposte vanno considerate in modo essenzialmente soggettivo, ma riflettono in modo concreto le sensazioni e le percezioni delle e dei conducenti.
Questa indagine non ha quindi la pretesa di fornire dati «scientifici» sulle condizioni di vita e di lavoro, né indicazioni «mediche» su questi temi, ma di informare sulla natura e la frequenza delle percezioni individuali.
Abbiamo utilizzato tutti i 497 questionari, anche se alcuni interpellati hanno evitato di fornirci i dati personali richiesti (età, formazione scolastica e professionale, tipo di servizio), nonostante avessimo garantito di trattare tutti i questionari in modo assolutamente confidenziale.